PER NON DIMENTICARE:

I BORGONOVESI NELLA GRANDE GUERRA 1915-18

 

 

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Gli ospedali di Borgonovo

Ospedale militare

Si trovava nell'attuale casa di riposo Azalea, ex Istituto Enrico Andreoli.

 

Dopo la soppressione del vecchio convento di San Bernardino, l'amministrazione comunale di Borgonovo deliberò di abbandonare il vecchio Ospedale in via San Pietro, che fu convertito in asilo di infanzia, per portarlo provvisoriamente nel convento dei Frati Minori fino al 1 gennaio 1886 quando venne inaugurato il nuovo ospedale civile su disegno dell'architetto P.Giorgi. Il vecchio convento restò così adibito prima a scuola d'agricoltura e poi a ricovero per gli inabili.

 

Durante la Grande Guerra tale locale venne sistemato per iniziativa e sotto la diretta vigilanza del Direttore degli Ospedali militari di Piacenza, colonnello Rinaldi Scipione, e dal 3 giugno 1917 fu Ospedale militare per la sezione di medicina, mentre la sezione di chirurgia venne situata nell'Ospedale civile.

 

L'Ospedale militare aveva una capacità di 210 letti ed era diviso in due piani, composti ciascuno da tre grandi ambienti con molte finestre sull'aperta campagna.

 

La suppellettile non era elegante ne ricca ma in compenso era abbondante e conservata nella perfetta nettezza e nel massimo ordine.

 

Si trovavano nell'Ospedale: l'ufficio maggiorità, la cucina, il magazzino, il guardaroba e lo spogliatoio. Il servizio in ogni singolo reparto procede accuratissimo e impeccabile.

 

Ospedale civile

Si tratta dell'attuale struttura ospedaliera di Borgonovo Val Tidone. In questa struttura venivano ricoverati i gravi malati di chirurgia. Provvisto di tutto il necessario, ordinato, preciso, confortante dall'ingresso alle stanzette dei degenti, linde di chiarezza. Nel complesso si trovavano corridoi e loggette di comunicazione fra il corpo principale dei fabbricati e i due padiglioni attigui; c'erano inoltre una ricca sala operatoria e una cabina per radiografia, quindi una stanza per la sterilizzatrice e un gabinetto per le ricerche chimiche e microscopiche. Nella struttura, che poteva contenere fino a 40 malati di chirurgia, 30 di medicina, 12 di ostetricia, 33 infettivi e tubercolosi e 5 difterici contagiosi, vennero disposti 30 letti per militari infermi di gravi lesioni chirurgiche.


Pietro MainiIl direttore sia dell'Ospedale civile che di quello militare era il prof. Maini Pietro, conosciuto e apprezzato chirurgo. Al suo fianco il capitano medico dott. Giuseppe Frecceri e i tenenti medici dott. G. Batta Bertoglio e Cesare Fabbroni.

Il servizio farmaceutico veniva garantito dalle farmacie locali Cremaschi e Parmegiani.

Il tenente cappellano Don Giovanni Battista Ferraro si occupava sia degli ospedali di Borgonovo che di Castel San Giovanni.

A supporto dei medici e del direttore, in qualità di infermiere e di aiutanti in genere, erano presenti nei due ospedali le Suore chiamate "Ancelle della carità" di Brescia, che resteranno in servizio all'Istituto Andreoli fino agli ultimi decenni del secolo scorso. Le suore aiutavano durante gli interventi chirurgici e nelle varie operazioni di radiografia, di analisi e in tutte le fore di assistenza. Erano anche ottime amministratrici oltre ad aiutanti di sanità ed agivano seguendo un sono pensiero: fare il bene e farlo bene.

A Borgonovo si costituì un gruppo di signore visitatrici che facevano parte del Comitato "Pro feriti" che si assunsero l'incarico di confortare i feriti per mezzo di un'opera di assistenza. Le visitatrici procuravano carta, penna, cartoline, ecc... e si occupavano della posta e di scrivere lettere e cartoline.  Il gruppo si costituì per iniziativa dell'Unione Generale degli insegnanti del quale era presidente il prof. Italo Pizzale e presidente onoraria la Dama della carità sig.ra Tina Parmeggiani. La presidente effettiva era la sig.ra Margherita Andreoli, vicepresidente la sig.ra Gina Codecà Gazzotti e segretaria la sig.ra Giulia Parmeggiani. A capo delle squadre visitatrici c'erano le signorine Maura Maini Mischy, Amelia Piazzale, Antonietta Pizzale, Maria Paganuzzi. Rappresentanti del gruppo erano presenti anche nelle frazioni. A Castelnuovo Bianca Prati, Gina Melzi e Maria Peretti; a Mottaziana Adele Maggi e Eva Braghieri, a Fabbiano Ada Giorgi e Vittoria Molinari, a Corano Luisa Bergonzi e Pia Ghelfi, a Bilegno Clementina Tosca e Adele Veneziani, a Breno Emma Gatti.

Al Comitato "Pro feriti" si aggiunse la sezione "Pro profughi" che faceva capo al sigg. D. Angelo Rancati, dott. Italo Pizzale, dott. Pietro Maini, Ermenegildo Dallamora  e Luigi Costantini