PER NON DIMENTICARE:

I BORGONOVESI NELLA GRANDE GUERRA 1915-18

 

 

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Santa Maria e Santa Lucia di Tolmino

A destra dell’Isonzo

ci sta Santa Maria

se stanco sei di vivere

t’insegnerò la via…

 

“I conducenti di muli con il vitto non potevano raggiungerci perché dovevano transitare allo scoperto e cosi di notte, ogni plotone provvedeva direttamente al ritiro delle scatolette di carne e delle pagnotte nei posti dove potevano arrivare i muli. La suddetta località di Votil e passata alla storia della guerra per il sangue versato dagli alpini, dai fanti, dagli artiglieri e dai bersaglieri per la conquista di Tolmino, di Santa Maria e di Santa Lucia. Dopo venti e più giorni di trincea vi fu il cambio con altri soldati che non potemmo nemmeno vedere in faccia perché avvenne di notte. Pioveva a dirotto e faceva molto freddo. I superstiti della mia Compagnia fummo spostati in una posizione più a valle di qualche chilometro e per qualche giorno rimanemmo infilati dentro alcune stalle e pagliai diroccati dalle cannonate nemiche, ma a noi pareva di stare  in paradiso. Dirimpetto vi era una montagna chiamata monte Imorli (?) alta e dritta. Sopra, sulla vetta, c’erano gli austriaci che dominavano tutta la valle di Tolmino, del trincerone del Votil, di Santa Maria, di Santa Lucia, del monte Nero e di altre posizioni importanti.” Dal diario di Giuseppe Troiani di Balsorano, 1893

 

Monte Santa MariaSulla riva destra dell’Isonzo (Soča), nei pressi di Tolmino, si ergono i colli di S. Maria (Mengore) e di S. Lucia. Il monte Santa Maria, alto 453 metri, è formato da un enorme blocco di roccia, inciso e frastagliato, che s’assottiglia a settentrione per congiungersi ai contrafforti del monte Jessa. Il Monte Santa Lucia, alto 588 metri, sorge a mezzogiorno dell’altro colle, elevandosi con pareti ripidissime, interrotte da sbalzi frequenti, pressoché verticali. Insieme alle posizioni davanti a Gorizia quelle nelle vicinanze di Tolmino sono le uniche sulla riva destra dell’Isonzo e costituiscono la cosiddetta testa di ponte di Tolmino, che inizia sulle alture del Mrzli – Vodil, sulla riva sinistra.

Gli austriaci iniziano i lavori di fortificazione già prima della guerra, mentre gli Italiani assediano i due colli duramente soprattutto nelle prime offensive. Più linee di trincee ben completate da posizioni di artiglieria in caverna impediscono, nonostante i continui bombardamenti dell’artiglieria italiana, ogni sfondamento da parte delle truppe italiane su questa parte del fronte per tutta la durata della guerra.  Con lo sfondamento della testa di ponte di Tolmino l’esercito italiano si troverebbe libera la via per penetrare all’interno della Monarchia danubiana ed eliminerebbe una delle possibili direttrici di un eventuale attacco austro-ungarico. Ma la difesa austro-ungarica resiste nonostante le gravi perdite fino alla fine delle battaglie dell’Isonzo: tenere queste alture significa, per gli imperiali, avere ancora un punto del fronte dell’Isonzo alle spalle, ciò giustifica il nome  onorifico di - Isonzo Armee - attribuito dall'Imperatore alla V Armata. Vengono sferrati furiosi e sanguinosi assalti a queste alture che macinano centinaia di soldati tra le fila della Brigata Bergamo del 5° Bersaglieri e dei battaglioni alpini Susa - Valdora - Exilles e che purtroppo non hanno altro effetto che l'attestarsi su sfavorevoli posizioni il cui presidio risulta essere un continuo logorio di uomini e mezzi sino al 24 ottobre 1917, giorno dello sfondamento degli eserciti austroungarico e tedesco.

Oggi sul colle di Mengore (Santa Maria) si può visitare un museo all’aperto curato dall’Associazione Mengore in collaborazione con l’istituzione “Fondazione Le vie della pace dell’Alto Isonzo”. Il percorso attraversa la zona dei ruderi della linea difensiva austro-ungarica, ben conservati ed in parte ripuliti. Passa lungo le trincee, le caverne, i monumenti commemorativi, il serbatoio dell’acqua, i resti delle pareti di pietra delle baracche, il monumento del dismesso cimitero austro-ungarico ed arriva fino al pozzo. In cima c’è la piccola chiesa di Maria Vergine che era stata pressoché rasa al suolo dai bombardamenti dell’artiglieria durante le battaglie dell’Isonzo.

 

La Bergamo a Tolmino

 

3-4 luglio 1915

La 7^ divisione, schierata sulle alture antistanti a Santa Lucia di Tolmino lungo la destra del fiume, deve svolgere un’azione dimostrativa nell’intento di richiamare in questa zona le riserve del nemico.

Il mattino del 3 luglio la 7^ divisione sferra l’assalto dimostrativo previsto, scendendo dalla dorsale Kolovrat-M. Jeza nel vasto corridoio naturale compreso fra il gomito dell’Isonzo a monte di Volce e l’abitato di Cigni.

La brigata si trova al cospetto dell’erta bastionata collinare di S. Maria e S. Lucia, che si antepone al grande arco che il fiume descrive a est fra Tolmino, S. Lucia e Podselo.

La “Bergamo” tenta d’espugnare le linee austriache scavate innanzi a Santa Lucia e attraverso il villaggio di Cosarsa.

La lotta, combattuta con accanimento nelle tenebre, dimostra ai Fanti l’impossibilità pratica di snidare il nemico dai covi intatti, irti di mitragliatrici sventaglianti.

Dissanguate dai tiri intensissimi, le colonne d’assalto devono desistere dall’impresa troppo ardua, lasciando sul terreno insanguinato grappoli di cadaveri a testimonianza del proprio ardimento.

Balzano per la prima volta a triste notorietà quelle due incombenti e temibili alture, che l’avversario ha ottimamente rafforzato al punto da renderle praticamente imprendibili, salvo che ciò non avvenga per effetto di manovra a vasto raggio e cioè a livello strategico.

 

14-16 agosto 1915

La 7^ divisione è ancora alle prese con i rilievi di S. Maria e S. Lucia, rispettivamente riservati alle cure delle brigate Valtellina e Bergamo. La difesa avversaria è predisposta per fronteggiare attacchi da varie direzioni mediante un sistema di trincee disposte a segmenti paralleli alle curve di livello e collegate ai capisaldi ricavati sulla cresta sommitale. Nei giorni 14, 15 e 16 gli assalti si susseguono nell’intento di guadagnare progressivamente terreno, ed è la “Bergamo” ad ottenere infine un buon risultato sulle balze di S. Lucia, costringendo l’avversario a riparare sulla dorsale sovrastante; riesce a conquistare le trincee delle falde occidentali della collina di S. Lucia e le mantiene saldamente riuscendo anche ad ampliare l'occupazione verso la q. 588.

 

Ottobre-dicembre 1915

Durante la 3^ Battaglia dell'Isonzo (18 ottobre - 4 novembre) vengono rinnovati i tentativi di conquista della q. 588 ma invano e con la perdita di altri 1900 uomini di cui 31 ufficiali. Durante la 4^ Battaglia dell'Isonzo (10 novembre - 5 dicembre), la Brigata attacca le posizioni di S. Maria, ma nonostante il valore dimostrato e le notevoli perdite (1100 fra morti, feriti e dispersi dei quali 33 ufficiali) non riesce che a strappare solo alcuni elementi di trincea al nemico, tra i quali il "Ridotto di S. Maria".

Si chiude quindi, col finire dell'anno, il primo periodo di ininterrotta e faticosa lotta per la Brigata Bergamo.