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Prigionieri di guerra Quello dei prigionieri di guerra è un argomento che spesso non si è voluto trattare ma di grande importanza per il numero delle persone coinvolte. Oltre alle migliaia di soldati caduti nelle mani nemiche in seguito alla rotta di Caporetto, tanti sono gli italiani che nelle varie azioni sono diventati prigionieri di guerra, alcune volte volutamente, per scappare dal fronte, altre volte perché non hanno potuto fare altrimenti. In alcuni casi i soldati italiani sono anche riusciti a scappare dalla prigionia raggiungendo le proprie ambasciate e facendo ritorno in patria oppure ritornando ai propri reparti per continuare a combattere. In ogni caso, il governo italiano ha sempre considerato tutti i prigionieri dei traditori e per questo non si è mai interessato delle loro condizioni di vita; questo comportamento è costato particolarmente caro ai nostri soldati quando le risorse dell’impero erano talmente limitate che non poteva permettersi di sostenere i prigionieri di guerra. Gli unici aiuti ai prigionieri italiani arrivavano direttamente dalle famiglie attraverso la Croce Rossa. Anche un certo numero di borgonovesi è caduto nelle mani del nemico: molti, a causa delle privazioni subite in prigionia, non hanno più fatto ritorno a casa. Segue l'elenco dei campi di prigionia nei quali risultano essere stati presenti soldati di Borgonovo (di altri soldati non si sa nemmeno in quale campo siano deceduti):
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